Affettività, sessualità e lutto
Non chiedere ad una persona il lutto di essere forte quando non può esserlo. Non consigliarle di non piangere, perché le lacrime fanno parte del dolore. Non comparare la sua...
ScopriIl gruppo di Auto Mutuo Aiuto
Che cosa sono i gruppi di Auto Mutuo Aiuto?
Un momento d'incontro tra persone, singole, in coppia o famiglie, unite da uno stesso problema (dipendenza, stato di bisogno, difficoltà in generale o condizione di vita), per rompere l'isolamento, per raccontarsi le proprie esperienze di vita (gioiose o dolorose), per scambiarsi informazioni e soluzioni, per condividere sofferenze e conquiste con l'obiettivo di riscoprirsi risorsa, non solo per sé, ma per l'intera collettività (S. Bertoldi).
Quali sono le caratteristiche dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto?
Il gruppo è un insieme di persone che hanno scelto volontariamente e in autonomia di trovarsi alla pari, intorno a un tema o problema comune, nel desiderio di affrontarlo insieme agli altri. Nel gruppo A.M.A. si condividono esperienze, vissuti, risorse, informazioni e strategie di soluzioni, scoprendosi risorsa per sé, per i compagni di gruppo e per l’intera comunità. I gruppi di Auto Mutuo Aiuto sono formati da poche persone, da un minimo di 4-5 a un massimo di 12. Possono partecipare al gruppo anche i familiari della persona interessata.
Caratteristiche:
Condividono le proprietà dei piccoli gruppi: un numero ristretto di partecipanti (solitamente 8-10 persone) facilita l’interazione tra i soggetti, l’espressione dei sentimenti, la nascita e lo sviluppo di amicizie e relazioni profonde.
Sono centrati su un problema e organizzati in relazione a specifici problemi.
I membri del gruppo tendono a essere dei pari: è il fatto di vivere, o di aver vissuto una stessa condizione, che definisce l’appartenenza al gruppo.
Condividono obiettivi comuni, l’azione è azione di gruppo: l’energia e la forza che il gruppo è in grado di esprimere, sono sicuramente maggiori e più significative delle possibilità che ogni singolo partecipante ha a disposizione per la soluzione del problema.
Aiutare gli altri è una norma espressa dal gruppo: ognuno, con la propria esperienza e competenza, attraverso il confronto e la condivisione, trae aiuto per sé e per gli altri.
Il potere e la leadership: ogni decisione, cambiamento, regola vengono formulate, discusse e accettate democraticamente.
La comunicazione è di tipo ‘orizzontale’: non ci sono modelli strutturati di comunicazione. Ognuno esprime liberamente il proprio pensiero, rispettando gli altri e senza accentrare su di sé l’attenzione.
Il coinvolgimento è personale: ogni persona decide autonomamente se e come prendere parte al gruppo. Non è una decisione imposta da altri. Partecipare volontariamente al gruppo aumenta la sicurezza nelle proprie capacità di scelta.
La responsabilità è personale: ogni persona è protagonista del cambiamento che vuole ottenere, la persona stessa è la prima risorsa per sé e per il gruppo.
L’orientamento è all’azione: le persone imparano e cambiano facendo. Uno degli scopi dei gruppi è quello di sperimentare nuovi stili di vita e di comportamento, nuovi modi di sentire e trasmettere i propri vissuti. Attraverso gli sforzi e i successi conseguiti e riconosciuti dal gruppo, la persona ha la possibilità concreta di aumentare la propria autostima e di credere nelle proprie risorse.
Chi è il facilitatore?
Ogni gruppo è facilitato da una persona che ha svolto una formazione presso l’Associazione A.M.A. su questo ruolo. Nella sezione “formazione” potete ricevere informazioni e i programmi dei prossimi corsi. Questo ruolo viene anche preparato attraverso la possibilità di frequentare un gruppo già esistente, con il supporto costante degli operatori dell’Associazione e con momenti di confronto tra facilitatori sull’operatività (intervisioni).
L’utilità della presenza del facilitatore va percepita anche in base ai diversi momenti che il gruppo sta vivendo nel percorso di sviluppo delle sue potenzialità. Soprattutto all’inizio di tale cammino le azioni di aiuto all’interno del gruppo non avvengono sempre e solo spontaneamente, ma spesso devono essere in qualche modo provocate, guidate, facilitate: questo è il ruolo del facilitatore.
Non esiste una guida che indichi tutto ciò che un buon facilitatore deve essere; è certo però che vi siano delle qualità importanti che una persona, che intende fare il facilitatore di un gruppo, o ha già o deve sviluppare e migliorare durante la sua pratica diretta, per essere d’aiuto a coloro che vi partecipano:
Avere fiducia nelle possibilità intrinseche del gruppo di crescere.
Avere fiducia nei singoli membri del gruppo e nelle loro potenzialità.
Saper ascoltare e far si che le persone si ascoltino.
Essere empatico e promuovere l’empatia tra i partecipanti.
Essere ‘accettante’, non giudicare e promuovere nei partecipanti atteggiamenti, comportamenti, linguaggio non giudicanti.
Deve aver raggiunto un certo grado di adattamento rispetto al problema specifico, ed essere in grado di parlare delle sue esperienze personali.
Preferisce essere ‘testimone’ piuttosto che ‘maestro’.
Il facilitatore aiuta a:
Creare un clima amicale e di fiducia.
Far sì che le persone si sentano a proprio agio senza timore di giudizio e di critiche
Dare la possibilità alle persone di ricevere incoraggiamento sia con le parole, sia con i gesti.
Dare alle persone il riconoscimento per quanto sono riuscite a fare.
Promuovere un clima di speranza realistica.
Favorire l’ascolto della varietà di soluzioni attuate dalle persone che quotidianamente affrontano situazioni simili.
Favorire la percezione che le esperienze di ciascuno sono straordinariamente importanti.
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